La Croazia entra nell’Eurozona e diventa “completamente europea”

Il 1° gennaio 2023 ha segnato una pietra miliare per la Croazia. Questo paese balcanico ha ufficialmente adottato l’euro come valuta, consolidando la sua posizione come 20° Stato membro dell’Eurozona. Oltre a ciò, la Croazia ha anche ampliato le sue frontiere europee, entrando nello spazio di libera circolazione di Schengen.

Il Governatore della Banca nazionale croata, Boris Vujčić, e il ministro delle finanze, Marko Primorac, in un gesto simbolico, hanno ritirato la prima banconota in euro da un ATM a Zagabria. Questo atto rappresenta un momento storico per i cittadini croati, che nei giorni precedenti erano in fila alle banche, anticipando eventuali problemi di liquidità post-transizione.

L’evoluzione economica della Croazia: dall’adozione della Kuna all’Euro

Dal 1994, la kuna è stata la moneta ufficiale della Croazia. Ma il 1° gennaio 2023, i cittadini hanno detto addio a questa moneta, accogliendo con entusiasmo l’euro. Secondo gli esperti di economia e finanza, l’introduzione dell’euro potrebbe servire come un baluardo contro l’instabilità economica, in particolare in un periodo in cui l’inflazione è in aumento a livello globale.

La situazione geopolitica, influenzata dall’invasione russa in Ucraina, ha portato ad un incremento dei prezzi dei beni di prima necessità. Mentre alcune fazioni in Croazia vedono l’adozione dell’euro come un mezzo per garantire stabilità e prosperità, altre esprimono preoccupazioni, suggerendo che l’euro potrebbe principalmente beneficiare le potenze europee dominanti come Germania e Francia.

La Croazia e l’Area Schengen: un boost per il turismo

L’industria turistica croata, che contribuisce al 20% del PIL nazionale, vedrà probabilmente ulteriori vantaggi dall’ingresso nella zona Schengen. L’eliminazione dei controlli alle frontiere potrebbe rendere la Croazia una destinazione ancora più attraente.

Tuttavia, nonostante la liberalizzazione dei controlli di frontiera con Slovenia e Ungheria, i controlli rimarranno stringenti lungo i confini con Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia, nazioni non ancora parte dell’UE.

Cambiamenti fiscali e nuove prospettive per gli investitori

Sul fronte fiscale, la Croazia ha introdotto alcune modifiche significative:

  • Tassa sull’utile: Questa varierà in base al fatturato delle società (D.o.o.).
    Passa da 12% al 10% con un massimale di 1.0 milione di euro prima era 390k., superiore al milione va al 18% sempre sugli utili.
  • Imposta sul valore aggiunto (IVA): Esistono diverse aliquote, con tariffe preferenziali per determinati prodotti e servizi.
  • Imposta sul dividendo e Capital gain: Mentre la prima ha una tassa del 12%, la seconda è esente da imposizione fiscale.

Un altro sviluppo interessante sarà il maggior utilizzo delle J.d.o.o., paragonabili alle Srls italiane. Queste società avranno un capitale sociale di soli 1 euro, ma sarà contabilizzato per 2.500 euro alla chiusura del primo bilancio.

In sintesi, l’integrazione della Croazia nell’Eurozona e nell’area Schengen segna un nuovo capitolo nella sua storia economica e politica. Le riforme fiscali e le nuove prospettive per gli investitori ne fanno una destinazione interessante per il business.

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